sabato 9 novembre 2019

Gaeta: una piacevole scoperta


Gaeta: uno delle tante località di cui è piena la nostra bella Italia e che spesso non conosciamo, finché non arriva un'occasione che ci sprona ad andare.

L'immagine che ho sempre avuto di Gaeta era quella che ho visto tante volte, quando in treno mi recavo d'estate in Sicilia, e non esistendo la linea dell'alta velocità, la tratta Roma Napoli era quella dove oggi viaggiano i regionali o gli intercity.

Linee ferroviarie che attraversano paesi, luoghi e stazioni, molte delle quali sono rimaste nella mia memoria.

Mi ricordo sempre quando il treno arrivava nei pressi della stazione di Formia- Gaeta e in lontananza si vedeva lo "skyline" del Castello Angioino che sovrasta il borgo di Gaeta.

Ricordo anche una gita di tanti anni fa in cui andammo a visitare il Santuario della Montagna Spaccata, un Santuario dell'XI secolo, eretto nella fenditura di una roccia.

Non avevo mai però soggiornato a Gaeta.

In occasione del "workshop incoming turismo sportivo", organizzato dalla Camera di Commercio di Latina, per promuovere questa tipologia di viaggio, sono stato accreditato tra gli operatori che potevano parteciparvi e potersi cosi' incontrare con operatori svedesi e spagnoli.

Ho deciso quindi di riservarmi una camera per due notti.

A Gaeta ci sono molti B/B nel centro medievale e due grandi alberghi nella zona mare di Serapo.

Ho scelto di soggiornare all'Hotel Serapo, categoria tre stelle., albergo molto grande che ha una invidiabile posizione a ridosso di una grande spiaggia.
Albergo attrezzato per trascorrervi le classiche vacanze balneari e nello stesso tempo può ospitare gruppi avendo dei grandi spazi e questo gli permette di rimanere aperto tutto l'anno.

Con una passeggiata di 10/15 minuti si può raggiungere il lungomare Caboto e il centro di Gaeta.

Ho preferito raggiungere Gaeta con il treno. Arrivato alla stazione di Formia-Gaeta una navetta collega la stazione con il porto e da lì in bus si può raggiungere Gaeta in un quarto d'ora.

Dopo alcuni tornanti panoramici si percorre il lungomare e si entra nel cuore della cittadina.

La città si divide in più parti che però alla fine sembrano incastrarsi l'una con l'altra.

Come già detto prima la zona balneare è caratterizzata da una lunga spiaggia dove ci sono una serie di lidi e di stabilimenti attrezzati per rendere piacevole la permanenza al mare e questa è la zona di Serapo.

Ma il  mare è anche dall'altra parte dove poi in effetti si concentra la vita sia dei cittadini che degli ospiti.

Percorrendo la bella via dell'Annunziata (così chiamata per la presenza dell'omonima chiesa)

si accede alla Gaeta medievale così ricca di fascino e di monumenti e luoghi storici come il Castello Angioino, il Castello Aragonese, che si raggiungono inerpicandosi su strette vie e scalinate che portano verso l'alto da cui si gode di uno spettacolare panorama.

Da non perdere la suggestiva Chiesa di San Francesco che sembra quasi librarsi in aria.
Ci sono arrivato in un pomeriggio di ottobre, in cui non c'era nessuno e trovarmi vicino a quella chiesa da solo ad ammirare e contemplare il golfo è stata una emozione molto forte.


Stavo così bene in quel contesto, con la brezza che arrivava dal mare, il silenzio che avvolgeva l'atmosfera, lo sguardo proteso verso il mare e così mi sono seduto su un muretto e sono stato lì, assaporando quel momento di quiete, sentendomi quasi fortunato di non essere lì in altri periodi in cui probabilmente l'affluenza delle persone non avrebbe reso possibile quelle sensazioni di pace e di assoluta tranquillità.

Quasi a forza sono tornato in albergo.

Nel frattempo era arrivato un nutrito gruppo di gitanti e così il silenzio che ci stava prima lo avrei dovuto condividere con il vociare e lo schiamazzo di un caloroso gruppo di persone.

Per la cena mi sono diretto verso il lungomare però questa volta andando verso il borgo.
Quando si viaggia in bassa stagione nei posti di mare si rischia di trovare tanti locali chiusi per mancanza di affluenza di persone e infatti è stato abbastanza complicato trovare una pizzeria aperta e devo dire che non era neanche il massimo, cosa differente dalla parte medievale dove comunque anche di sera si trovano localini per cenare o bere qualcosa.



La parte antica che è anche la parte più centrale e commerciale di Gaeta è caratterizzata da un bel lungomare e da un dedalo di vicoli, dove si respira l'autenticità del posto: negozietti tipici, botteghe che vendono prodotti del posto, frutterie, il banco del pesce, la pasticceria.

Ogni vicolo o vico si caratterizza per qualche particolare ed è veramente molto piacevole passeggiare in questa parte di Gaeta, prima che si faccia notte e tutto si ferma.

Ho voluto, seppur con un breve resoconto, cercare di trasmettervi le sensazioni che mi sono riportato da questo weekend a Gaeta, confermando ancora una volta quante perle ci siano a comporre 

La Grande bellezza italiana.


domenica 3 novembre 2019

La grande bellezza del Parco Nazionale del Pollino



Quante volte percorrendo l'Autostrada Salerno - Reggio Calabria, tra Lauria e Lagonegro, ero incuriosito da quanto osservavo velocemente dal finestrino?

Quel paesaggio che mi faceva pensare quasi ad un luogo difficile da esplorare, e chissà quali storie in quei borghi che vedevo in lontananza.

Avevo anche sentito parlare del Parco Nazionale del Pollino e purtroppo come spesso accade in questo nostro paese, alcuni luoghi vengono alla ribalta mediatica in occasione di qualche evento che per qualche giorno porta l'attenzione della stampa, della televisione e poi tutto torna come prima.

In questa nostra Italia, dove ci sta un mondo da scoprire e che potremmo proporre a viaggiatori curiosi di vivere esperienze a contatto con la gente del posto, dsiderosi di assaporare la cucina legata alle vecchie tradizioni, incuiriositi dalle attività artiginali che ancora resistono in certi luoghi, spesso chi dovrebbe farsi promotore non si dà da fare e bisogna aspettare l'iniziativa di qualche persona che decide di "uscire allo scoperto", per fare in modo che certe preziosità diventino oggetto di conoscenza.

Una carissima amica nonché anche lei operatrice turistica, mi ha invitato a prendere parte ad un workshop che si è tenuto a San Severino Lucano, uno dei borghi che fanno parte del Parco Nazionale del Pollino, evento che si è svolto nella prima settimana di Ottobre e ha coinvolto alcune figure professionali interessate a proporre forme di vacanza a contatto con la natura, privilegiando un turismo "slow" ed eco sostenibile.

Per tutte le informaizoni circa il Parco vi rimando al sito Parco Nazionale del Pollino

Quello che segue è il diario del mio viaggio e di quelle che sono state le mie impressioni circa questa esperienza.

Il primo consiglio che mi sento di darvi è di andare con la vostra auto o eventualmente noleggiarla, in quanto il Parco è abbastanza grande, ci sono molti posti da vedere, tanti percorsi dove fare trekking, rafting e altri sport all'aria aperta.

Io sono andato con altre due persone e siccome poi avremmo partecipato ad un "tour organizzato" con bus, abbiamo preferito andare in treno da Roma a Salerno e da lì abbiamo proseguito con un comodo collegamento di Flixbus fino a Lagonegro dove ci siamo  incontrati con chi aveva organizzato questo evento.

Quando siamo arrivati si era fatta sera e quindi non ho potuto ben capire dove fossimo arrivati e quale poteva essere il paesaggio circostante.

La sorpresa l'ho avuta la mattina del giorno dopo quando mi sono affacciato dalla finestra della camere dell'albergo e davanti ai miei occhi si è rivelato un paesaggio che per chi vive in grandi città come Roma, è una di quelle vedute a cui non siamo abituati, il tutto in un silenzio quasi irreale per chi è abituato a vivere nel rumore già di prima mattina.

Il primo giorno, non appena sono arrivati tutti gli ospiti, abbiamo fatto tappa a San Severino Lucano, uno dei tanti borghi del Pollino, dove una preparatissima e simpatica guida turistica ci ha parlato della storia del borgo e soprattutto della "Madonna del Pollino", che a maggio viene portata dalla Chiesa Madre in paese, fino al Santuario del Pollino a 1500 metri di altezza, per essere riportata in paese a settembre: un pellegrinaggio molto sentito a riprova che certe tradizioni non muiono.

San Severino . Basilicata turistica

Successivamente abbiamo raggiunto il ristorante "Rist'oro Pollino" e qui abbiamo avuto il primo di una serie di appuntamenti gastronomici che ci hanno deliziato nel corso delle giornate trascorse nel Pollino.

Il ristorante è posizionato all'interno di un meraviglioso bosco, gestito in maniera eccellente dai proprietari, cucina del posto di alto livello. Una sosta da fare se si è da queste parti (https://www.facebook.com/ristoropollino).

Dopo pranzo, abbiamo fatto una passeggiata nel bosco, accompagnati da una guida naturalistica.
La nostra passeggiata è stata breve (dovendo rispettare una tabella di marcia già predisposta) ma per chi ama il contatto con la natura, ci sono diversi percorsi da fare all'intenro del bosco.

A noi ci aspettava una escursione a quello che è un luogo simbolo: il Santuario della Madonna del Pollino.

Si sale a 1500 metri di altezza, un susseguirsi di tornanti, uno scenario naturale di incomparabile bellezza.

Santuario del Pollino . Pollino.it

Arrivare lassù in un pomeriggio in cui ci stavamo solo noi è stato un qualcosa di suggestivo.
La spiritualità del luogo sembra irradiarsi dal Santuario, depositario della Fede, all'ambiente circostante, in una simbiosi con tutto quello che circonda il Santuario: vallate, montagne, boschi, tutti elementi che in qualche modo ti riportano al grande Mistero del Creato.

Dopo una giornata così intensa siamo ritornati all'albergo che ci ospitava e anche qui ci attendeva una succulenta cena in stile lucano.

Il secondo giorno è stato dedicato interamente al workshop e durante la giornata abbiamo avuto modo di conoscere alcune realtà turistiche del posto e le autorità, compreso il Sindaco di San Severino, una di quelle figure istituzionali che hanno a cuore il territorio che rappresentano e si prodigano per farlo conoscere.

Il terzo giorno è stato dedicato al tour nel Parco Nazionale del Pollino e sono stati scelti, tra i tanti borghi che si potrebbero visitare, tre bellissime località: Viggianello, Papasidero e Morano Calabro.

Un tour anche un pò impegnativo, dovendo percorrere diversi tornanti, seppur allietati dal meraviglioso paesaggio, e comunque lo sforzo è stato ripagato dalla bellezza dei luoghi che abbiamo visitato.

Borghi che come tanti posti nel Sud Italia si sono spopolati e le persone che ci continuano a vivere, ne sono cusotodi gelosi e cercano di conservarne la storia, le tradizioni.

E' stato un momento molto piacevole quando a Morano Calabro, quattro anziane donne del posto, vestite con costumi tradizionali, ci hanno fatto una sorta di dimostrazione "live" di quelle che erano le attività di questi posti.

Sono stati tre giorni trascorsi con un gruppo di simpaticissime persone. L'organizzazione è stata eccellente e ha cercato, seppure nella brevità del tempo a disposizione, di darci un'idea di quanto abbia da offrire il Parco Nazionale del Pollino.

Personalmente so che quando ripasserò sulla Salerno Reggio Calabria e vedrò in lontananza quel parco, quei borgi, quando leggerò sui cartelli i nomi che sono elencati alle uscite dell'autostrada, so che la mia curiosità è stata soddisfatta.

Invito chiunque non ci sia stato a prendersi del tempo per andare a visitare il Parco del Pollino (sicuramente il periodo migliore è la primavera o anche settembre/ottobre) e se volete essere assistiti nella organizzazione del viaggio, sapete che potete confidare in me.

A conclusione di questo racconto, mi sembra doveroso rendere grazie ad una persona speciale che mi ha permesso di poter scoprire questo angolo d'Italia così nascosto e così pieno di fascino:

Grazie Francesca Milione  https://www.facebook.com/autenticasud/