domenica 14 maggio 2017

Roma "me piagne er core"



Roma: ti guardo dall'alto di una terrazza in casa degli amici spagnoli (sede della Reale Accademia di Spagna Piazza in Montorio - Gianicolo) e l'emozione è così forte da farti sentire un bambino che torna a gioire per un regalo inaspettato.

Una di quelle sere che solo tu sai darci in cui il ponentino la fa da padrone nel rinfrescare una delle prime calde serate.

Ti guardo e come tutti quelli che, insieme a me, ti stanno guardando siamo estasiati: sembri un grande presepe di luci accese sulla storia del mondo.

Lo sguardo volge a destra, a sinistra e non vorrebbe mai fermarsi per quanto sei bella da lassù.

Vorrei rimanere lì e continuare a godermi quello spettacolo ma so che domani ad aspettarmi ci sarà quella Roma per cui un vero romano, non quelli che si dicono romani e lo sono  solo perché questa città accoglie tutti, non può che sentirsi ferito, al punto che veramente sente piangere il suo cuore.

Roma tu non puoi essere quella che oggi si presenta agli occhi di chi ti ama da quando è nato qui e vuole continuare ad adorarti come si adorano le bellezze eterne, senza tempo.

Non puoi permetterti che le migliaia di persone che ogni giorno arrivano a renderti onore, attratti dalle mille emozioni che sai dare, tornino a casa delusi, amareggiati, increduli.

Roma, chi ti ama sa che tu non sei quella che il malgoverno, la corruzione, la mancanza di rispetto di molti cittadini, ormai, pericolosamente, abituatisi all'inciviltà fa vedere agli occhi del mondo.

E seppure ogni giorno si convive con scene che non vorremmo vedere, se ogni giorno spostarsi è una scommessa continua, se molte strade sono diventate corse ad ostacoli tra buche, spazzatura, feci di cani non raccolte da padroni incivili, se prendere un taxi non è così facile come dovrebbe essere, se gli autobus sono insufficienti ad assorbire la richiesta, la metro dai cantieri decennali, anche con tutte queste e altre "disgrazie", io continuo, come penso lo faccia ogni vero romano, ad amarti e dobbiamo essere noi i primi a rispettarti, ad uscire dal velo della rassegnazione, a ribellarci, a protestare perché vogliamo che Roma torni ad essere quella regina incontrastata che ha conquistato il mondo e lo continuerà a sedurre.

(santo david)






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