giovedì 26 ottobre 2017

Calabria. Mare d'inverno









"Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera.
È poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera.
Alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità.
Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade." (Loredana Bertè)


Quante volte ci siamo ritrovati a canticchiare questa canzone nei freddi e piovosi pomeriggi invernali, passeggiando davanti a quel mare e quelle spiagge che solo qualche mese prima erano luoghi pieni di gente, di festa, di musica, di radio accese, di amori sotto l'ombrellone
.

Ho volutamente iniziato questo pezzo, riportando alcune frasi di quella meravigliosa poesia che è "Mare d'Inverno" che cantata dalla Loredana Bertè è uno di quei capolavori che non moriranno mai, anche perché ci sarà sempre un mare d'inverno con cui ci confronteremo.

Questo mare d'inverno mi fa pensare ad una di quelle regioni italiane che spesso sono come terra di confine o di passaggio da un luogo all'altro, la Calabria.

E mi vengono in mente quelle notti d'estate in cui con la mia famiglia ci spostavamo dalla nostra città per andare a trascorrere le vacanze estive dai parenti di mio padre in Sicilia.
Anni in cui non si andava alle Maldive, si andava a trovare i propri cari, che aspettavano un anno dopo l'altro per abbracciare un figlio che si era allontanato per cercare fortuna nel Continente. come allora veniva identificato tutto quello che non aveva a che fare con le isole.

Il treno che partiva da Roma nel tardo pomeriggio, arrivava a Napoli in tarda serata e dopo aver attraversato le ultime stazioni campane, iniziava la lunga marcia notturna verso lo Stretto di Messina.
E per me quelle notti sono ancora un deposito di ricordi indelebili.
Mi rivedo io piccolino al fianco di mio papà che era un omone di un metro e novanta di altezza, nel corridoio di una delle tante carrozze che componevano quei convogli ferroviari, così carichi di umanità.
A quei tempi non era vietato fumare nel corridoio e mio padre essendo un incallito fumatore se ne stava lì,  insieme ad altri "sonnambuli",durante la notte per non disturbare chi al contrario se ne stava dentro i compartimenti, cercando di ammazzare il tempo con una pseudo dormita.
Con la scusa di fare compagnia a lui, io mettevo a tacere quella curiosità che mi ha sempre accompagnato.
Mi piaceva starmene vicino al finestrino e spesso anche mettere la testa fuori (non erano sigillati a quei tempi, non esisteva l'aria condizionata) e vedere le luci delle città e dei paesi attraversati in corsa dal treno.
Provavo a indovinare il nome della prossima stazione e quando il treno si avvicinava ero contento se il cartello che l'annunciava corrispondeva a quanto avevo immaginato.
Ricordo anche che a quei tempi il treno quando si fermava, anche in piena notte, in una delle stazioni, c'era un omino che si avvicinava alle ruote del treno e batteva con una sorta di bastone, un remoto mezzo, ma forse molto più sicuro di tanti strumenti odierni, perché quello strumento era un supporto all'udito di quell'omino che così era in grado di capire se ci fosse stato qualche problema.
In lontananza si vedeva il mare e poche luci su di esso, le luminarie delle barche di pescatori che si avviavano al largo per una nuova battuta di pesca.
Terra di passaggio per arrivare in un'altra terra estrema, ancora oggi isolata dal Continente, perché nonostante siano passati 50 anni da quel viaggio che facevo in treno e già allora immaginavamo un ponte, quel ponte è rimasto nell'immaginario.
Negli anni a venire la Calabria è stata una di quelle regioni che vendevo di più durante l'estate, quando iniziai a lavorare in agenzia di viaggi.
La Sardegna era allora una meta per Vip, quasi irraggiungibile; la Puglia sembrava essere una terra di conquista e al massimo si andava a fare vacanza nel Gargano; la Sicilia era meta soprattutto di emigranti che ci andavano per visitare i parenti e per il resto dell'Italia e del mondo era il luogo della Mafia e quindi si aveva paura ad andarci, come se tutti i siciliani fossero stati parenti di Totò Rina o di Provenzano.
La Romagna era la culla del liscio, delle balere, del latin lover a caccia di straniere.
E quindi la Calabria veniva identificata come la regione balneare d'eccellenza, quella dove si trovava il giusto compromesso.
C'erano ottimi alberghi sia sul versante ionico che sul versante tirrenico, villaggi turistici anche importanti come Valtur e alla fine la gente accettava il "sacrificio" che doveva fare per raggiungere le sue spiagge, un "sacrificio" che non è cambiato molto negli anni, visto lo stato dei collegamenti che non è cambiato di molto nel tempo. 
Solo poco tempo fa si è brindato alla conclusione dei lavori della Salerno Reggio Calabria, lavori iniziati quando facevo quel viaggio in treno.
Negli anni altre destinazioni sia italiane che straniere sono riuscite a mettere in secondo piano l'idea della Calabria come meta di vacanza balneare e non è qui la sede opportuna per spiegare perché questo possa essere accaduto.
Calabria: una terra da me attraversata da Nord a Sud e da Sud a Nord, correndo sui binari di una ferrovia; Calabria attraversata più tardi, quando il progresso lo ha permesso, in auto, con qualche sosta in uno degli autogrill, giusto il tempo di fare benzina, di andare al bagno e magari comprarsi un ricordo tanto per dire che eravamo passati pure in Calabria.
Altre occasioni, soprattutto professionali, mi hanno portato in Calabria, ma vendere una destinazione significava per il tour operator prendere un gruppo di giovani agenti di viaggio e portarli a divertirsi dentro un recinto dorato che era l'albergo, la struttura che poi avrebbero dovuto vendere e più stavano bene dentro quell'albergo, più lo avrebbero venduto, e se ancora oggi si tarda nel comprendere che una destinazione non è l'albergo, è tutto quello che ruota intorno, ai tempi in cui ero io un giovane agente di viaggi il turismo esperienziale neanche era contemplato dalla manualistica.
Perché tutta questa riflessione sul passato della Calabria e del mio rapporto con essa?
Negli ultimi tempi, io che ho avuto la fortuna di aver girato una buona parte del mondo e di aver però ignorato una gran parte della nostra bella Italia (e in questo credo che siamo in tanti) mi sono sentito in colpa e ho ritenuto che fosse arrivato il momento di colmare questo vuoto, questa lacuna e così ho cominciato a riavvicinarmi all'Italia per andarla a scoprire, soprattutto negli angoli meno conosciuti.
I mezzi oggi a disposizione, se ben usati, sono un grande supporto per stimolare la curiosità.
E allora può accadere che nascano sul web delle amicizie che diventano una sorta di appuntamento quotidiano, una sorta di finestra da cui guardare il mondo, e quello che accade nel mondo.
Questo pezzo che ho scritto, nasce grazie alla collaborazione di una carissima amica, la Signora Stella,, Direttrice Commerciale di un'importante struttura turistica 4 stelle di San Nicola d'Arcella, il Nelema Village Resort
Ho percepito in questa figura un amore pazzesco per la sua terra, un costante, quotidiano presentare le bellezze della regione che rappresenta, una voglia indomita di portare nel mondo i colori, i sapori, i profumi dei suoi luoghi. (le foto che pubblico sono le sue)
E tutti quei luoghi che io attraversavo di notte e ne vedevo le luci in lontananza, quei luoghi che vendevo, ma solo perché m'interessava guadagnarci, quei luoghi di cui al massimo ricordo il cartello sull'autostrada, quando eravamo costretti a deviare causa lavori in corso, hanno assunto in questo mio "sbirciare e commentare i post" una sorta di album delle fotografie che mi sta facendo riscoprire una Calabria diversa, fatta di borghi,di paesaggi, di luoghi remoti e affascinanti, di alberghi che da luogo di vacanza diventano luoghi per godersi il mare in totale e assoluto relax, godendosi giornate che ad ottobre regalano ancora un clima primaverile (ideale per tutte quelle popolazioni del Centro Nord Europa).
Immagini di feste di paese dove ancora si gusta il piacere delle tradizioni, l'artigianato, la cucina con i suoi sapori spesso molto forti e poi quelle immagini di albe e tramonti da far emozionare anche la persona più rude.
La Calabria, come tante parti di questa nostra Italia meriterebbero molto molto di più, potrebbero vivere di turismo per tutto l'anno e dare così occupazione a giovani che partono per andare a cercare non più nel Continente (come facevano i nostri padri) ma in Europa, nel mondo un futuro che gli dia sicurezza, svuotando così quei meravigliosi paesi che restano lì e magari passano all'attenzione del pubblico o per un fatto di cronaca o perché un amministratore più preparato è riuscito quanto meno a portarci una troupe televisiva per dieci minuti di notorietà.




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