Roma, mese di febbraio 2021.
Da un anno, un velo di solitudine avvolge il centro storico di Roma.
Un contenitore di enorme bellezza e fascino, che è come se fosse rimasto sospeso in attesa del ritorno delle oceaniche folle che ogni giorno ne percorrevano le strade, le piazze.
Uno scrigno, un tesoro d'inestimabile valore che mai si era così offerto all'occhio di chi in questa città ci vive ogni giorno.
Le vie, le piazze, le chiese, i monumenti sono sempre gli stessi e molti di questi sono nello stesso luogo da migliaia di anni.
Eppure noi romani attraversavamo questi luoghi sempre di fretta, con l'occhio al telefonino per vedere l'ultimo messaggio; imprecando contro i gruppi di turisti che invadevano le nostre strade perché ci rendevano ancora più complicata la vita quotidiana; il rumore delle auto, dei bus, il vociare delle tante persone ci portava a voler fuggire dal caos.
Da un anno Roma come tante altre "prime donne del turismo mondiale" si è svuotata.
In questo vuoto di persone, si esalta la bellezza, il fascino, l'armonia di tutti quei luoghi che le hanno rese famose.
Noi romani stiamo avendo un rapporto diverso con la nostra città.
E' come se stessimo vivendo un rapporto di amore privilegiato, è come se ci fosse stato concesso, nelle nostre vite, un periodo di tempo per farci perdonare dalla nostra stessa città che sta offrendo tutta la sua bellezza, solo ed esclusivamente a noi.
E noi ci stiamo rendendo conto in questo silenzio, in questa solitudine, del grande pregio di essere nati, di vivere in questa meravigliosa, unica, insostituibile città.
Ci ritroviamo a passeggiare nel silenzio, ad alzare gli sguardi e scoprire cose che seppur i nostri occhi vedevano, le nostre anime non ricevevano, perché distratti.
Entriamo in chiese dove prima passavamo e non avevamo tempo, ritrovandoci da soli davanti al tripudio che il genio artistico ha profuso nel passato, trasformando quei luoghi di culto in collezioni di pittura, di scultura, di arte lignea e orafa.
Panche vuote, dove sedersi al cospetto di una delle tante statue di Santi, di Sante, di Madonne con il Bambino, lasciandoci avvolgere dal misticismo, ritrovandoci in silenzio a pregare, cosa che prima non avevamo tempo di fare.
In una di queste mattine, in cui mi sono ritrovato nella mia Roma solitaria, ho compiuto uno dei tanti percorsi che si possono disegnare nella tavolozza di bellezze evidenti e anche segrete che la nostra città ci offre.
L'itinerario parte dal cuore di uno dei quartieri più intimi di Roma: il quartiere Monti.
Sono innamorato di questo quartiere e sono sicuro che non sono l'unico, perché è impossibile non innamorarsi del quartiere Monti.
Un dedalo di vicoli, di piazzette, di angoli che formano un luogo che sembra quasi essere una piccola boutique dove ci si rilassa, bevendo un aperitivo, gustando una buona pizza, deliziandosi con un piatto della cucina tradizionale romana o per chi ama l'etnico ci sono alcuni ristoranti indiani.
Uno dei luoghi dove ancora resistono alcune botteghe dei vecchi mestieri; altre sono state rinnovate, però all'esterno hanno ancora la vecchia insegna.
Trovi la tipografia, il fabbro, il vecchio forno, il negozio che ripara le biciclette, l'incisore, il rilegatore. Resiste anche un mercato rionale coperto.
Partiamo da Piazza della Suburra, dove ci si può arrivare anche con la metropolitana linea B . Fermata Cavour.
Suburra perché questo era il luogo in cui nell'antica Roma viveva il popolo romano che alloggiava in quelle che si chiamavano insulae, edifici a più piani. a ridosso del Foro Romano.
Rivolgendo le spalle all'ingresso della metropolitana, se si va a destra si entra in via Urbana che è una delle vie principali del quartiere Monti.
Noi procediamo sulla strada che abbiamo davanti. Dopo aver percorso una cinquantina di metri, sulla destra ci sta un piccolo slargo, dove ha sede uno degli alberghi storici di Roma "Il Duca d'Alba".
Volgendo lo sguardo a sinistra s'intravede la Salita dei Borgia che fa da ingresso al piazzale dove ci sta la chiesa di San Pietro in Vincoli con il Mosè di Michelangelo.
Proseguiamo per poi voltare a destra e subito a sinistra (all'angolo un ristorante molto caratteristico).
Voltando a destra, arriviamo davanti ad uno dei palazzi più famosi di Roma: il Palazzo del Grillo.
Ci sta da precisare che il film con Alberto Sordi non fu girato qui ma in altro luogo.
Di fronte al Palazzo ci sta la sede dei Cavalieri di Malta e qui si apre uno dei segreti di Roma.
Infatti costeggiando il palazzo, superando un tornello ci si ritrova in una delle terrazze più belle di Roma: si arriva sopra il Foro di Traiano con davanti la panoramica dei Fori Imperiali, del Campidoglio, di Piazza Venezia, della Colonna Traiana.
Una scenografia meravigliosa, ancor più emozionante al tramonto quando il calar del sole dona un'atmosfera magica, specialmente se accompagnata dal ponentino, tipico venticello romano.
Il percorso pedonale ci porta direttamente su via dei Fori Imperiali, la scenografica via che collega Piazza Venezia al Colosseo.
Una via costruita dal Duce per le sue manie di grandezza, coprendo i Fori che sono rimasti sepolti per tanti anni, finché una gran parte di quello che era nascosto è stato riportato alla luce.
Attraversiamo la via e ci ritroviamo sul lato opposto con una terrazza panoramica che fa arrivare lo sguardo fin sulle vette del Palatino.
Sulla sinistra si vede il Colosseo, sulla destra il Campidoglio, e s'intravede una parte del Monumento ai Caduti, che sta in Piazza Venezia.
Non ci si stancherebbe mai di ammirare la storia antica, e quello che ne è rimasto a testimoniare la grandezza dell'Impero Romano.
Andando verso sinistra da non perdere la Basilica di Massenzio e la Basilica dei Santi Cosma e Damiano (all'interno si può visitare un prezioso presepe napoletano e la cripta sotterranea).
Uscendo dalla Basilica riprendiamo il percorso verso Piazza Venezia.
Dopo aver camminato per circa cento metri, volgiamo a sinistra, passando davanti al Museo Centrale del Risorgimento e scendendo verso il Foro, camminando su una reale antica strada romana.
Di lato ci sono delle botteghe dove ci si incontrava e si facevano trattative sulla compravendita dell'argento.
La via conduce al Carcere Mamertino, sotto la Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami.
Il Mamertino fu la più antica prigione romana e tanti personaggi famosi dell'epoca vi furono imprigionati. La tradizione racconta che anche i Santi Pietro e Paolo furono qui rinchiusi.
Davanti ai vostri occhi tutta la magnificenza del Foro Romano con i maestosi archi che celebravano il trionfo degli imperatori, i resti delle colonne su cui erano costruiti i grandi templi romani, la Via Sacra.
Ci attende una salita, ma la fatica sarà ricompensata all'arrivo, perché ci si ritrova in una delle piazze più belle del mondo: la piazza del Campidoglio. Al centro la copia della Statua di Marco Aurelio, il cui originale è all'interno dei Musei Capitolini (altro luogo da non perdere).
Arrivati sul piazzale si deve girare a sinistra, dove un breve percorso in discesa ci porta su di una terrazza unica al mondo.
La panoramica sui Fori, sul Colosseo, sul Palatino, sulla Suburra non ha eguali in ogni parte del globo.
Tornati sul piazzale, avete due soluzioni:
la scalinata a destra vi conduce all'interno della Basilica di Santa Maria dell'Ara Coeli, che vi consiglio di vedere se non l'avete mai vista e poi discendere attraverso l'ampia scalinata
evitare di visitare la Basilica e scendere direttamente dalla scalinata del Campidoglio.
Una volta discesi, potreste andare per Via del Teatro di Marcello, direzione Isola Tiberina, oppure andare su Piazza Venezia e da li proseguire per altri itinerari nel centro storico di Roma.
La passeggiata che vi voglio suggerire è quella di entrare direttamente nel rione Campitelli, attraverso Via di Tor Margana (dal nome dei Margani, famiglia nobile romana) e vi ritroverete in una piazzetta fantastica: Piazza Margana.
Proseguite su via dei Delfini, via dei Funari, in un dedalo di vicoli che vi trasportano in un'atmosfera quasi rarefatta, finché attraverso Via di S. Angelo in Pescheria, arriverete al Portico d'Ottavia nel cuore del Ghetto di Roma.
Questa è un'altra di quelle zone meravigliose dove si respira quasi un'aria familiare.
L'antichità si mescola al passato recente e drammatico.
Ne è testimonianza il Museo della Shoah dove vi consiglio di entrare "per non dimenticare" quello che la follia umana fu capace di perpetrare contro il popolo ebreo.
Una targa ricorda la drammatica data del 16 ottobre 1943, quando alle 5.30 del mattino ebbe inizio il dramma, con la deportazione di migliaia di ebrei che vennero prelevati, con tutto quello che poi ne conseguì.
Oggi il Ghetto è anche uno dei luoghi dove si può pranzare, cenare, fare un aperitivo.
Tanti ristoranti piccoli e grandi dove poter gustare piatti della tradizione ebraica e della cucina romana.
Fate come ho fatto io: fermatevi e gustatevi l'atmosfera del luogo, specialmente in una giornata tiepida e assolata.
Da qui si potrebbe proseguire alla scoperta del Ghetto per poi oltrepassare Via Arenula e dirigersi verso Campo dei Fiori.
La passeggiata che vi ho raccontato è terminata al Ghetto, impegnando quasi 5/6 ore di tempo (non sono entrato nei Musei Capitolini dove sono già stato altre volte, né all'interno del Foro anche questo già visitato, altrimenti il tempo doveva essere più lungo).
Come già detto all'inizio del racconto, questa è una delle tante passeggiate che si possono realizzare a Roma.
La città è un mosaico di esperienze, è come se offrisse ingredienti preziosi per comporre dei cocktails.
Ognuno può decidere quali ingredienti miscelare e ogni cocktail sarà un cocktail perfetto.
Oltre ad amarla io, la mia città la voglio far conoscere e farla amare a chiunque, anche se non è difficile, perché non puoi non amare Roma.
Per chiunque volesse organizzare un soggiorno a Roma, completo di esperienze che possano far vivere la bellezza, il fascino di questa città, potete anche contattarmi, inviando una mail a santo@santodavid.it.
Tramite il tour operator di cui sono responsabile operativo possiamo accontentare le vostre richieste.
Vi aspettiamo a Roma.