sabato 30 dicembre 2017

Un anno di bellezza italiana



Si sta chiudendo un anno.
E' il momento dei propositi ma è anche il momento giusto per guardarsi alle spalle e pensare cosa ci abbia dato l'anno che sta per chiudersi.
In un blog che ho volutamente dedicato alla "grande bellezza italiana" , il primo pensiero va ai tanti attimi di felicità che sono arrivati, e che quando sono arrivati li ho presi senza esitare.
Sono tutti quegli attimi che mi hanno accompagnato nel corso di questo anno che sta per terminare. 
Un anno in cui mi sono concesso una serie di piccole pause nello scorrere dei giorni, per andare a scoprire angoli più o meno conosciuti del nostro meraviglioso e impareggiabile paese che è l'Italia.
Vivo in una città che non ha eguali nel mondo, una città che spesso viene umiliata, derisa, colpita nella sua anima poetica, perché è troppo bella e la bellezza genera anche invidia da chi vorrebbe avere tutto quello che questa città possiede.
Lo so che abbiamo problemi di vita quotidiana, non vivo in una nuvola, ma so pure che nonostante questo, Roma rimane una delle città più belle nel mondo, ed io non mi stanco mai di amarla e di decantarla, scrivendone.
Vivo in una Nazione in cui tutti dobbiamo esserne orgogliosi e gelosi custodi della sua impareggiabile bellezza.
Professionalmente la mia vita di "uomo di turismo" mi ha sempre visto relazionarmi al mondo, al fine di soddisfare le richieste di tanti connazionali che preferiscono andare a cercare lontano tutto quello che hanno a portata di mano. 
Anche io stesso interpretavo l'Italia quasi come un corollario alla mia attività principale, limitandomi a vendere i prodotti di massima diffusione: le settimane bianche d'inverno, le settimane al mare d'estate, ogni tanto qualche weekend in una città d'arte, qualche tour, e qualche soggiorno benessere.
Vendendo il mondo e girandolo anche il mondo, mi rendevo conto che spesso si va in posti che veramente non hanno nulla in confronto a noi, sono finti, costruiti, eppure grazie a forti investimenti promozionali sono riusciti a farsi largo nell'immaginario collettivo.

Non non abbiamo solo quello che Dio ci ha donato. 
Panoramica da Polizzi Generosa (PA)

Quello che Dio ci ha donato fa da cornice, da contenitore a tutto quello che è l'eccellenza italiana, espressa nella cucina, nella moda, nell'artigianato, nel made in Italy e in tutte quelle molteplici attività, frutto della creatività di persone straordinarie.  
Eccellenze che ci fanno conoscere in tutto il mondo.
Questo desiderio di colmare una lacuna verso l'Italia, mi ha portato a fare delle scelte molto importanti nella vita privata e professionale.
Ho deciso di tornare a viaggiare ripartendo da qui, dall'Italia. 
La bellezza del viaggiare sta anche nel condividere la felicità di un attimo, e per questo ho creato questo blog dove raccontare i miei viaggi alla scoperta dell'Italia.
In campo professionale mi ha portato a prendere la decisione di collaborare in qualità di "senior travel specialist" con Italian Luxury Consulting, Società turistica che ha nel suo core business proprio l'obiettivo di portare nel mondo il "lusso"dell'eccellenza italiana, grazie ad un team di professionisti italiani e internazionali con i quali condivido questa grande sfida.
Auguro a tutti coloro che mi seguono da questo blog i miei più sinceri auguri di un 2018, da dedicare alla valorizzazione del nostro territorio, fieri di sentirci italiani.

Santo David

domenica 3 dicembre 2017

La grande bellezza delle terrazze romane


La grande bellezza delle terrazze romane. 
Quella grande bellezza, raccontata nel film di Sorrentino. 
Roma, tra le sue tante meraviglie, ha anche questi scenari da cui affacciarsi per rimanere lì a contemplare la bellezza di Roma, vista dall'alto.
Terrazze spesso non accessibili a tutti, riservate ai pochi eletti, oggetto di invidia.
Ma Roma sa anche essere democratica e ci sono tantissime terrazze da cui godere di spettacoli unici al mondo, tutto completamente gratis.
Basti pensare alla terrazza dietro il Campidoglio da cui si ammirano duemila anni di storia del mondo.
Oppure dalle pendici del Gianicolo, dove lo spettacolo della città vista da lì fa da cornice alle coppie di amanti che vi si ritrovano.
Dalle vette di Montemario, sorseggiando un drink allo Zodiaco guardi Roma, provando ad indovinare quello che da lassù si vede.
E poi ci sono alberghi e ristoranti che hanno come loro grande punto di forza delle meravigliose terrazze, dove prendere un aperitivo, o cenare, in una cornice che ti lascia senza fiato.
Una di queste è la terrazza del Grand Hotel de la Minerve, prestigioso e storico albergo romano, a due passi dal Pantheon.
Si sale all'ultimo piano e si viene immediatamente catturati dalle immagini di Roma che sembrano essere lì per creare l'ambiente adatto per trascorrere una serata romantica.
Se tale serata ha anche uno di quei cieli che spesso Roma regala, con la luna messa lì a dare luce al buio della notte, e quella luce si riflette sui monumenti, sulle cupole, sulle terrazze, l'atmosfera diventa di minuto in minuto sempre più intrigante e sensuale.
Mettici pure un pianista che si lascia andare a quelle canzoni  dedicate alla bellezza della nostra città e mentre sei lì con la luna che fa capolino nel cielo, ti guardi intorno e capisci perché prima di te qualcuno abbia potuto scrivere queste parole

Roma, ce semo, aiutame tu io nun te dico niente,
Roma, ma stasera c’ho bisogno de te
e quanno tu te ce metti ‘ ste cose le combini bene

(Roma nun fa la stupida stasera)


Oggi me sembra che
er tempo se sia fermato qui,
vedo la maestà der Colosseo
vedo la santità der cupolone,
e so' piu' vivo e so' più bbono
no nun te lasso mai
Roma capoccia
der mondo infame,
Roma capoccia
der mondo infame.



(Roma Capoccia)

mercoledì 8 novembre 2017

Serata trasteverina





Roma ci mette a dura prova tutti i giorni e quante volte ci siamo detti "voglio andarmene da questa città"....ma poi ci riesci ad andartene quando ti regala serate come quella che ho trascorso ieri sera?

Sono quelle serate in cui la stanchezza della giornata rischia di prendere il sopravvento, ma avevo deciso di andare a cena in un localino tipico con una cara amica e  quindi ho lasciato che la stanchezza aspettasse, prima che mi potesse mettere al tappeto.

E così mi sono ritrovato catapultato, dalle strade trafficate per il rientro a casa dei tanti pendolari che ogni giorno ripetono instancabilmente il loro calvario per andare e tornare, ad un'atmosfera quasi irreale.

Improvvisamente non si ode più alcun rumore, solo un'eco lontana di qualche automobile che sta ancora sfrecciando sul Lungotevere.

Un venticello di tramontana sferza sulla pelle del viso, non ancora  abituata alle temperature autunnali. Quel venticello, dà comunque un'atmosfera particolare a quelle piazzette, a quei vicoli, a quelle finestrelle da dove da un momento all'altro ti aspetti di vedere la vecchia popolana.

Le fiammelle di un ristorante antico si fanno docilmente accompagnare dal soffio del vento.

Cammino guardando in alto, sbirciando dentro le finestre, mi avvicino ai negozi per vedere cosa hanno di così bello da esporre e riscopro che ci sono ancora artigiani che con le loro mani creano opere d'arte.

E poi all'improvviso un colpo al cuore: davanti agli occhi una Chiesa straordinaria: il complesso di Santa Cecilia, una chiesa duecentesca, con un ampio cortile d'ingresso.

E mi chiedo ma possibile che ancora non l'avevo mai vista? Ma quante volte sono passato qui vicino e non mi ero reso conto che ci fosse questo gioiello?

All'interno una suora accompagna, suonando l'organo, i canti di un gruppo di fedeli raccolti in preghiera. Poche persone in chiesa, un'atmosfera mistica, l'anima che sente dentro un'emozione fortissima.

Ritornato all'esterno, con ancora dentro le note di quell'organo, ho ripreso a passeggiare con lo stupore del bambino che scopre cose nuove, in una città in cui quel bambino è ormai cresciuto, eppure non finisce di emozionarsi, di essere innamorato della sua città e di ringraziare la vita per avergli dato questa grande fortuna.

(Santo)



giovedì 26 ottobre 2017

Calabria. Mare d'inverno









"Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera.
È poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera.
Alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità.
Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade." (Loredana Bertè)


Quante volte ci siamo ritrovati a canticchiare questa canzone nei freddi e piovosi pomeriggi invernali, passeggiando davanti a quel mare e quelle spiagge che solo qualche mese prima erano luoghi pieni di gente, di festa, di musica, di radio accese, di amori sotto l'ombrellone
.

Ho volutamente iniziato questo pezzo, riportando alcune frasi di quella meravigliosa poesia che è "Mare d'Inverno" che cantata dalla Loredana Bertè è uno di quei capolavori che non moriranno mai, anche perché ci sarà sempre un mare d'inverno con cui ci confronteremo.

Questo mare d'inverno mi fa pensare ad una di quelle regioni italiane che spesso sono come terra di confine o di passaggio da un luogo all'altro, la Calabria.

E mi vengono in mente quelle notti d'estate in cui con la mia famiglia ci spostavamo dalla nostra città per andare a trascorrere le vacanze estive dai parenti di mio padre in Sicilia.
Anni in cui non si andava alle Maldive, si andava a trovare i propri cari, che aspettavano un anno dopo l'altro per abbracciare un figlio che si era allontanato per cercare fortuna nel Continente. come allora veniva identificato tutto quello che non aveva a che fare con le isole.

Il treno che partiva da Roma nel tardo pomeriggio, arrivava a Napoli in tarda serata e dopo aver attraversato le ultime stazioni campane, iniziava la lunga marcia notturna verso lo Stretto di Messina.
E per me quelle notti sono ancora un deposito di ricordi indelebili.
Mi rivedo io piccolino al fianco di mio papà che era un omone di un metro e novanta di altezza, nel corridoio di una delle tante carrozze che componevano quei convogli ferroviari, così carichi di umanità.
A quei tempi non era vietato fumare nel corridoio e mio padre essendo un incallito fumatore se ne stava lì,  insieme ad altri "sonnambuli",durante la notte per non disturbare chi al contrario se ne stava dentro i compartimenti, cercando di ammazzare il tempo con una pseudo dormita.
Con la scusa di fare compagnia a lui, io mettevo a tacere quella curiosità che mi ha sempre accompagnato.
Mi piaceva starmene vicino al finestrino e spesso anche mettere la testa fuori (non erano sigillati a quei tempi, non esisteva l'aria condizionata) e vedere le luci delle città e dei paesi attraversati in corsa dal treno.
Provavo a indovinare il nome della prossima stazione e quando il treno si avvicinava ero contento se il cartello che l'annunciava corrispondeva a quanto avevo immaginato.
Ricordo anche che a quei tempi il treno quando si fermava, anche in piena notte, in una delle stazioni, c'era un omino che si avvicinava alle ruote del treno e batteva con una sorta di bastone, un remoto mezzo, ma forse molto più sicuro di tanti strumenti odierni, perché quello strumento era un supporto all'udito di quell'omino che così era in grado di capire se ci fosse stato qualche problema.
In lontananza si vedeva il mare e poche luci su di esso, le luminarie delle barche di pescatori che si avviavano al largo per una nuova battuta di pesca.
Terra di passaggio per arrivare in un'altra terra estrema, ancora oggi isolata dal Continente, perché nonostante siano passati 50 anni da quel viaggio che facevo in treno e già allora immaginavamo un ponte, quel ponte è rimasto nell'immaginario.
Negli anni a venire la Calabria è stata una di quelle regioni che vendevo di più durante l'estate, quando iniziai a lavorare in agenzia di viaggi.
La Sardegna era allora una meta per Vip, quasi irraggiungibile; la Puglia sembrava essere una terra di conquista e al massimo si andava a fare vacanza nel Gargano; la Sicilia era meta soprattutto di emigranti che ci andavano per visitare i parenti e per il resto dell'Italia e del mondo era il luogo della Mafia e quindi si aveva paura ad andarci, come se tutti i siciliani fossero stati parenti di Totò Rina o di Provenzano.
La Romagna era la culla del liscio, delle balere, del latin lover a caccia di straniere.
E quindi la Calabria veniva identificata come la regione balneare d'eccellenza, quella dove si trovava il giusto compromesso.
C'erano ottimi alberghi sia sul versante ionico che sul versante tirrenico, villaggi turistici anche importanti come Valtur e alla fine la gente accettava il "sacrificio" che doveva fare per raggiungere le sue spiagge, un "sacrificio" che non è cambiato molto negli anni, visto lo stato dei collegamenti che non è cambiato di molto nel tempo. 
Solo poco tempo fa si è brindato alla conclusione dei lavori della Salerno Reggio Calabria, lavori iniziati quando facevo quel viaggio in treno.
Negli anni altre destinazioni sia italiane che straniere sono riuscite a mettere in secondo piano l'idea della Calabria come meta di vacanza balneare e non è qui la sede opportuna per spiegare perché questo possa essere accaduto.
Calabria: una terra da me attraversata da Nord a Sud e da Sud a Nord, correndo sui binari di una ferrovia; Calabria attraversata più tardi, quando il progresso lo ha permesso, in auto, con qualche sosta in uno degli autogrill, giusto il tempo di fare benzina, di andare al bagno e magari comprarsi un ricordo tanto per dire che eravamo passati pure in Calabria.
Altre occasioni, soprattutto professionali, mi hanno portato in Calabria, ma vendere una destinazione significava per il tour operator prendere un gruppo di giovani agenti di viaggio e portarli a divertirsi dentro un recinto dorato che era l'albergo, la struttura che poi avrebbero dovuto vendere e più stavano bene dentro quell'albergo, più lo avrebbero venduto, e se ancora oggi si tarda nel comprendere che una destinazione non è l'albergo, è tutto quello che ruota intorno, ai tempi in cui ero io un giovane agente di viaggi il turismo esperienziale neanche era contemplato dalla manualistica.
Perché tutta questa riflessione sul passato della Calabria e del mio rapporto con essa?
Negli ultimi tempi, io che ho avuto la fortuna di aver girato una buona parte del mondo e di aver però ignorato una gran parte della nostra bella Italia (e in questo credo che siamo in tanti) mi sono sentito in colpa e ho ritenuto che fosse arrivato il momento di colmare questo vuoto, questa lacuna e così ho cominciato a riavvicinarmi all'Italia per andarla a scoprire, soprattutto negli angoli meno conosciuti.
I mezzi oggi a disposizione, se ben usati, sono un grande supporto per stimolare la curiosità.
E allora può accadere che nascano sul web delle amicizie che diventano una sorta di appuntamento quotidiano, una sorta di finestra da cui guardare il mondo, e quello che accade nel mondo.
Questo pezzo che ho scritto, nasce grazie alla collaborazione di una carissima amica, la Signora Stella,, Direttrice Commerciale di un'importante struttura turistica 4 stelle di San Nicola d'Arcella, il Nelema Village Resort
Ho percepito in questa figura un amore pazzesco per la sua terra, un costante, quotidiano presentare le bellezze della regione che rappresenta, una voglia indomita di portare nel mondo i colori, i sapori, i profumi dei suoi luoghi. (le foto che pubblico sono le sue)
E tutti quei luoghi che io attraversavo di notte e ne vedevo le luci in lontananza, quei luoghi che vendevo, ma solo perché m'interessava guadagnarci, quei luoghi di cui al massimo ricordo il cartello sull'autostrada, quando eravamo costretti a deviare causa lavori in corso, hanno assunto in questo mio "sbirciare e commentare i post" una sorta di album delle fotografie che mi sta facendo riscoprire una Calabria diversa, fatta di borghi,di paesaggi, di luoghi remoti e affascinanti, di alberghi che da luogo di vacanza diventano luoghi per godersi il mare in totale e assoluto relax, godendosi giornate che ad ottobre regalano ancora un clima primaverile (ideale per tutte quelle popolazioni del Centro Nord Europa).
Immagini di feste di paese dove ancora si gusta il piacere delle tradizioni, l'artigianato, la cucina con i suoi sapori spesso molto forti e poi quelle immagini di albe e tramonti da far emozionare anche la persona più rude.
La Calabria, come tante parti di questa nostra Italia meriterebbero molto molto di più, potrebbero vivere di turismo per tutto l'anno e dare così occupazione a giovani che partono per andare a cercare non più nel Continente (come facevano i nostri padri) ma in Europa, nel mondo un futuro che gli dia sicurezza, svuotando così quei meravigliosi paesi che restano lì e magari passano all'attenzione del pubblico o per un fatto di cronaca o perché un amministratore più preparato è riuscito quanto meno a portarci una troupe televisiva per dieci minuti di notorietà.




venerdì 13 ottobre 2017

Milano da bere



Milano da bere, slogan ideato dal compianto pubblicitario Marco Mignani che nel 1987 fu incaricato di rilanciare l'obsoleta immagine dell'Amaro Ramazzotti.
Lo slogan finì per identificare un periodo di edonismo che stava vivendo la città.
Nel giro di poco ho avuto modo di andare a Milano più volte in questo ultimo periodo e devo dire che l'impressione positiva che ebbi, passeggiando a suo tempo per le vie intorno alla Stazione Garibaldi,  e da lì, attraversando il quartiere Brera arrivando fino al Duomo, è stata riconfermata in questo ultimo viaggio che ho fatto dal 5 al 8 ottobre, in occasione dell'evento Numero1, organizzato dalla Giacomo Bruno Editore presso lo Sheraton di Milano Malpensa.
Il corso si teneva in effetti dal 6 ottobre e quindi sono andato il giorno prina a Milano, anche per vedere la Mostra "Dentro il Caravaggio" che si tiene all'interno del Palazzo Reale.
 

Una mostra che merita di essere vista, non solo per la bellezza delle tele esposte ma per apprezzare una nuova metodologia di ricerca che, utilizzando la diagnostica per immagini, permette di comprendere ancor di più la genesi di ogni tela esposta.
Ho ritrovato una Milano baciata dal sole, allegra ma discreta, piena di gente, tante famiglie, turisti da ogni dove del mondo.
Passeggiare per le vie del centro, per intenderci nel Quadrilatero: Duomo, San Babila, Montenapoleone, La Scala, La Galleria, è un piacere, oltre che per le importanze storiche e culturali, per i riferimenti al fashion, allo shopping, alla ristorazione stellata, al fasto dei grandi alberghi.
Elementi che trovano la massima espressione nel Quadrilatero della Moda

La sorpresa più grande l'ho avuta in serata, quando finalmente ho coronato il desiderio che avevo di andare a cena ai Navigli.
Avevo sentito parlare molto bene di questo angolo di Milano, però ero rimasto ancorato a delle vecchissime immagini di questa zona e così quando sono arrivato lì, la sorpresa è stata ancora più emozionante e devo ammettere che lì ho compreso cosa possa significare " La Milano da bere".

Il giorno successivo mi sono recato in treno all'aeroporto di Milano Malpensa, soggiornando all'interno dell'aeroporto stesso nell'unico albergo presente direttamente nel terminal 1, ossia lo Sheraton Malpensa, ottimo albergo 5 stelle.
Quello che mi ha sconcertato è stato il vedere un aeroporto internazionale che doveva essere il nostro hub nel mondo, così privo di movimento: pochi aerei in pista, banchi di accettazione chiusi o con poche persone.

(santo david)

martedì 5 settembre 2017

Mantova la bellezza di un desiderio





Alla base di una partenza quasi sempre c'è un desiderio che dà forza al voler realizzare quel particolare viaggio.

Mantova era una di quelle città che da tempo desideravo visitare e per una serie di contrattempi non ero riuscito a farlo.

Trovandomi in vacanza in Trentino, ho pensato che fosse l'occasione giusta per realizzare finalmente questo mio desiderio.

Infatti dovendo tornare da Trento, sarei dovuto comunque passare per Verona e sapendo che questa città è collegata con Mantova, ho deciso che anziché proseguire subito per Roma, avrei deviato su Mantova, dove avrei dormito una notte per poi tornare a Verona a prendere il treno che mi avrebbe riportato a casa.

Ho pensato che 24 ore fossero sufficienti per darmi un'idea della città e così è stato.

L'albergo dove ho deciso di dormire si chiama "Bianchi Stazione" e in effetti sta proprio di fronte, basta attraversare la strada.

Dal centro dista dieci minuti a piedi.

Mantova ha confermato quello che pensavo: una città bella, pulita, ordinata, tranquilla.

Il suo principale punto di attrazione è il Palazzo Ducale e il Castello di San Giorgio, entrambi simbolo della famiglia Gonzaga.

L'ingresso è da Piazza Sordello, centro del potere religioso ed economico.

Su di essa si affacciano oltre al Palazzo Ducale, anche altri importanti edifici come il Palazzo Vescovile, il Palazzo del Capitano e Palazzo Castiglioni.





La visita del Palazzo Ducale è come ripercorrere quattro secoli, dal 1320 al 1707, passando dallo stile medievale, a quello rinascimentale e infine al neoclassico.

Conglobato nel Palazzo Ducale vi è l'attiguo Castello di San Giorgio.

Da non perdere la visita della Camera Picta o Camera degli Sposi, dove l'artista Andrea Mantegna ha dato libero sfogo alla sua creatività, realizzando una delle opere più belle che siano state concepite dall'uomo.

Terminata la visita ho usufruito della navetta gratuita messa a disposizione del servizio di trasporto pubblico di Mantova, con il quale si può arrivare al Palazzo del Te, circa 10 minuti.

Il Palazzo è stato costruito nel Cinquecento dall’architetto Giulio Romano per volere del marchese Federico II Gonzaga, che desiderava una dimora destinata al divertimento, allo svago e a ricevere ospiti illustri. nello sfarzo di un tempo passato 

Ampi saloni, giardini, scuderie e passaggi segreti. Nella Sala Grande dei Cavalli, dei Giganti e di Amore e Psiche vi sembrerà di essere in un’atmosfera surreale e mitologica. Federico II Gonzaga, grazie a questo Palazzo, ottenne da Carlo V nel 1530 il titolo nobiliare di duca. 

Dopo questa immersione nella storia, avevo bisogno di rilassarmi e così sono tornato in albergo per poi uscire di nuovo, tornare in centro per andare a cena.

Nel raggio di pochi metri ci sono una serie di trattorie storiche, di enoteche, di birrerie dove fermarsi a gustare la tipica cucina mantovana.

Complice la piacevole serata, ho potuto mangiare all'aperto in un contesto di massima tranquillità, atmosfera ideale per rilassarsi al termine di una giornata intensa.

Un buon caffè e poi a nanna.

Il giorno dopo, confortato da una bella giornata di sole ma non afosa, ho ripreso le mie camminare in centro per visitare altri luoghi che non avevo visto e che comunque sono sempre vicini a Piazza Sordello: La Casa del Mercante, La Rotonda di San Lorenzo, il Duomo.

Alle 11 mi sono "imbarcato" per una bellissima e sorprendente gita lungo il Mincio, godendo di una vista spettacolare di Mantova che da lì sembra come se fosse magicamente sospesa.


La navigazione dura 90 minuti e permette di poter osservare da vicino l'ecosistema che si è sviluppato, vivendo il piacere di una piccola crociera.




Avendo ancora tempo mi sono concesso un pranzo in uno dei ristoranti di Piazza Sordello, prima di riprendere la strada del ritorno, ben contento di aver esaudito il mio desiderio




domenica 27 agosto 2017

Trento qualità della vita



Trento è una di quelle città che ogni anno si contende il primato della città con la migliore qualità della vita.
Per noi che viviamo in una grande metropoli come Roma, ci si chiede cosa possa determinare che una città possa vincere questo ambito premio.
Trento fa pensare ad una città relegata tra le Dolomiti e quindi cosa potrebbe avere di così prezioso, oltre al fatto di essere circondata dalle montagne?
Trovandomi in vacanza a Levico Terme (vedi articolo precedente), non potevo pensare di transitarci soltanto, per prendere il treno che da qui mi avrebbe portato a Levico in 40 minuti.
Così ho deciso di dedicare alla visita della città di Trento un'intera giornata.
Sono partito da Levico intorno alle dieci del mattino e con il trenino ho raggiunto Trento.
Il viaggio in treno è molto piacevole, costeggiando il lago di Caldonazzo e deliziando la vista con delle belle panoramiche montuose.
Arrivato a Trento, sono uscito dalla stazione e mi sono diretto subito al Castello del Buonconsiglio.
Lungo il percorso mi sono fermato in un bar nei pressi della Stazione all'angolo con la via che conduce in centro ed ho avuto la prima sorpresa.
Ho ordinato un caffé e mi sono visto porre sul banco anche due bicchierini, uno con succo di frutta e altro con acqua, senza che lo avessi chiesto.
La cameriera ha capito la mia incredulità e mi ha riconfermato che è una loro abitudine.
La cosa è stata un bel benvenuto in città e l'omaggio non ha comportato alcun nascosto sovraprezzo.
Camminando velocemente su strade tranquille e rilassate (dove sarei poi tornato) ho raggiunto in circa 10 minuti l'ingresso del Castello.


Una discreta fila ma niente di preoccupante. Tempo dieci minuti, sono entrato.
Anche qui la sorpresa di notare la gentilezza e la cortesia dell'impiegata alla cassa, la quale accoglieva ogni pagante con il sorriso e ringraziandolo.
Il Castello è imponente e scenografico, E' veramente un bel passeggiare nei suoi cortili, nelle logge, negli appartamenti.
Da non perdere la visita alla Torre Aquila. Si può fare solo guidata e contingentata perché si entra nella stanza dove è raffigurato il ciclo degli affreschi dei dodici mesi.
Uscito dal Castello sono ritornato in centro, ripercorrendo le stesse strade che prima avevo percorso di fretta.
Rallentando il camminare ho cominciato a percepire quella qualità di vita di cui si vanta giustamente Trento: strade acciottolate, e totalmente prive di qualsiasi carta o altro elemento di sporcizia; bellissime vetrine; una calma e tranquillità a cui si è difficilmente abituati nelle grandi città; palazzi e piazze molto belle.
Per il pranzo ho fatto la migliore scelta che potessi fare, fermandomi al Ristorante Birreria Forstebrau.
Oltre a mangiare bene e bere dell'ottima birra, ho avuto un trattamento di alto livello professionale da parte dle personale al tavolo che mi ha consigliato, e con discrezione è stato pronto ad esaudire qualsiasi mia richiesta.
Nel pomeriggio ho proseguito il mio tour cittadino, visitando il Duomo, perdendomi un poco nelle vie della città, assaporandone la tranquillità.
Dopo questa giornata sono tornato a Levico Terme, stanco e nello stesso tempo soddisfatto per avere visitato questa bellissima città, che consiglio a tutti di andare a vedere.

mercoledì 23 agosto 2017

Levico Terme. Vacanza nel benessere


Vacanza nel benessere.

Come meglio potrei definire la vacanza che mi sono concesso, come premio personale, tra il 16 e il 21 agosto, andando a scoprire una delle tante aree di questa nostra infinita Italia.
L'Italia è veramente un paese infinito. 
La giri e la rigiri, eppure ti sembra sempre di essere all'inizio.
Tante sono le sue bellezze, da quelle più conosciute a quelle più nascoste e segrete.
Dopo mesi di arsura e di caldo soffocante che aveva reso ancor più difficile la vita di tutti i giorni, oltretutto in una città caotica come può essere Roma, sentivo, come credo lo abbia avvertito tanta altra gente, il desiderio di andarmene verso un luogo dove potermi rigenerare, dove poter tornare a respirare a pieni polmoni e riequilibrare così mente e corpo.
L'idea era quella di andare in Trentino e non avendo una idea ben precisa, mi sono lasciato guidare dall'istinto. 
La ricerca mi ha portato a trovare delle interessanti offerte di vacanza benessere in località Levico Terme.
Essendo un periodo richiesto, l'albergo Grand Hotel Imperiale, non aveva più posto, ma di questo non mi sono fatto pena.
La ricerca mi aveva, comunque, indirizzato a informarmi su questa località e quindi, accettando i segnali che arrivano a volte dal destino, ho sentito che questa doveva essere la meta su cui andare.
Levico è anche vicino a Trento, e quindi ho pensato anche che avrei potuto visitare questa bellissima città.
Ho deciso volutamente di risparmiare sulla sistemazione alberghiera per poter investire di più sulla ristorazione (gustando piatti tipici del posto) e su un eventuale Day Spa da fare in uno dei tanti alberghi che hanno all'interno il centro benessere.

La scelta di dove dormire è ricaduta sull'albergo "Antica Rosa"



La struttura ha il notevole vantaggio di trovarsi in posizione centralissima, ad appena venti metri dalla Piazza principale e dal corso della ridente cittadina di Levico Terme. 
Dalla Stazione ferroviaria si impiegano dieci minuti a piedi e lo stesso per raggiungere il Lago. 
Le Terme sono a 5 minuti di passeggiata, lo stesso il Parco delle Terme o Parco Asburgico.
L'ambiente è informale, accogliente, familiare, gestito con molta attenzione al cliente, che si sente un ospite di riguardo.
La ristorazione è genuina con prodotti di qualità. Ottima e abbondante la colazione. Scelta tra due primi e due secondi, più contorno, sia a pranzo che a cena. 
Levico Terme si può dividere in due parti. 
Quella superiore dove si concentra la vita della cittadina, è caratterizzata da un corso principale con una serie di negozi sia per lo shopping vero e proprio, che botteghe più tradizionali dove si possono acquistare prodotti della gastronomia, dell'artigianato locale. Ci sono gelaterie tra cui la più ambita è la gelateria Milano, diversi ristoranti dove gustare la cucina tipica trentina, numerosi bar. dove prendere un aperitivo, gustare un buon caffè, seduti ai tavolini esterni, godendo la vista dello struscio.
Numerose iniziative di intrattenimento arricchiscono le serate di Levico. Durante la mia permanenza ho avuto modo di assistere a dei concerti di musica blues, in quanto da alcuni anni si tiene qui una importante rassegna internazionale dedicata per l'appunto al blues.
Ho avuto anche la "fortuna" di trovarmi a Levico, in occasione della tappa del tour che stava facendo Lola Greco, famosa ballerina spagnola di flamenco. Una grande serata dedicata a questa sempre seducente danza.
Sempre nella parte alta di Levico ci sono delle importanti Terme, risalenti al periodo austro ungarico, specializzate per la cura di importanti patologie, grazie agli effetti terapeutici delle acque termali.

All'interno del Parco Asburgico, c'è la sede del Grand Hotel Imperiale



Un albergo prestigioso, inserito in un Parco straordinario, dove è un piacere passeggiare, rilassarsi, sentire il profumo dei fiori e delle piante e ascoltare della buona musica, sdraiati o seduti in un tappeto di verde erba.

Il Lago è nella parte inferiore e si raggiunge con una piacevole passeggiata di circa dieci minuti.
Si presta a varie attività sportive, o per chi cerca il completo relax, si può tranquillamente sdraiare nel verde che circonda le sue sponde, oppure se desidera delle comodità, ci sono dei Lidi attrezzati, compreso quello dell'Hotel Du Lac , dotato anche di un ottimo centro benessere.
Sulle sponde del Lago si può fare un percorso a piedi di circa 8 km in un ambiente naturalistico.
Per quanto mi riguarda mi sono premiato con una giornata totalmente dedicata al benessere.
Presso l'Albergo Al Sorriso, posizionato proprio di fronte al Lago, anche per gli esterni ci sono delle promozioni per una giornata di benessere.
Con 108 euro ho avuto la possibilità di un rilassante massaggio con le campane tibetane e poi un'intera giornata a disposizione per usufruire della piscina termale con idromassaggio, del centro benessere dotato di sauna, bagno turco e tisaneria.
A pranzo un light lunch nel giardino dell'albergo, deliziando tutti i sensi.
Nei dintorni di Levico ci sono altre località molto interessanti per lo svago, per lo sport, per la natura, come per esempio Caldonazzo o Pergine.
Percorsi per gli amanti del trekking e per chi è appassionato di bike.
Numerose testimonianze della Grande Guerra (forti, castelli) raggiungibili con delle escursioni anche organizzate.
Un comodo trenino o un efficiente servizio di bus, collegano Levico alla bellissima città di Trento, che sarà argomento del prossimo articolo.


mercoledì 5 luglio 2017

L'Alta bellezza di Bergamo, condotto da Ulisse




Un titolo che vuole essere un gioco di parole per interpretare i ricordi che mi porto dentro dal weekend che ho trascorso a Bergamo dal 30 giugno al 02 luglio.

Nei giorni precedenti una newsletter della Lonely Planet mi annunciava che si sarebbe tenuto un evento legato al mondo che rappresento, ossia il turismo, per la ricorrenza dei 25 anni di queste prestigiose guide di viaggio, proprio a Bergamo.

E' stato come un segnale: ho riflettuto sul fatto che io sono nel settore ancor prima dell'avvento delle Lonely Planet, che l'evento si sarebbe tenuto in una città che spesso ho ignorato come meta di viaggio (ed in questo credo di essere in un bel gruppo di persone che ignorano Bergamo) e, così senza pensarci più di tanto, mi sono calato nei panni di Ulisse per andare alla scoperta di Bergamo, ed essere presente all'evento "Ulisse Fest"


Sapevo che Bergamo fosse divisa in due parti, la Bergamo Bassa e la Bergamo Alta
In passato ero capitato da queste parti, avendo come unico obiettivo del viaggio la rassegna "No Frills", una fiera del turismo, e pur trovandomi in zona, non mi ero mai soffermato più di tanto.

Ho alloggiato in Bergamo Bassa, al NH Bergamo, un 4 stelle della catena NH, albergo di buon livello, vicinissimo alla stazione ferroviaria. Con una breve passeggiata si sta nel cuore di Bergamo Bassa, dove si può fare shopping, passeggiare,cenare.

Dal corso principale, giustamente dedicato a Papa Giovanni XXIII (il Papa buono) con la linea 1A (passa frequentemente e rispetta gli orari in tabella) in dieci minuti si arriva a Bergamo Alta. oppure in alternativa si può salire con la funicolare, la cui base di partenza è situata a metà strada tre le due Bergamo.

Mentre mi avviavo alla fermata, lo sguardo è andato in alto e subito ho provato dello stupore nel vedere da lontano una sorta di "cartolina paesaggistica" che si è andata materializzando, man mano che con il bus mi avvicinavo.

L'ultimo tratto si fa costeggiando le mura e con lo sguardo rivolto al paesaggio che arriva fino alle montagne che circondano Bergamo.

Sceso dal bus, ho provato la stessa senzazione che ho provato arrivando in altre città (per esempio Dubrovnik, Kotor) in cui sei al di fuori delle mura e quindi provi a immaginare cosa ci sia all'interno, e solo quando varchi una delle porte, capisci che stai entrando in una dimensione molto particolare.

Varcata quella porta, è stato un susseguirsi di stupore e di emozione, come quando una donna che era stata ignorata, si svela in tutta la sua bellezza, in tutto il suo fascino, facendoti pentire di non averle concesso tutta l'attenzione che si meritava.

Pavimento selciato, il corso che da Piazza Mascheroni ti conduce a Piazza Vecchia, in un susseguirsi di palazzi storici, negozi molto chic, forni e latterie di un tempo,  vecchi e nuovi ristoranti, scorci, finestre, balconi, terrazze.

La Piazza Vecchia, cuore nevralgico della città è un sipario a cielo aperto. 
Una piccola bomboniera che racchiude alcuni tesori artistici di inestimabile valore: Il Palazzo della Ragione risalente al 1100, la Torre Civica. detta il Campanone, la Fontana Contarini, il Palazzo Nuovo, il Duomo e la Basilica di Santa Maria Maggiore.




Da Piazza Vecchia si può andare alla scoperta degli angoli più nascosti ed intimi della città IN un susseguirsi di emozioni e sorprese, rimanendo assorti in un totale silenzio e senza il fastidio delle auto in transito.

Per mangiare, per gustare un buon dolce, per bere un buon caffè, anche detto da queste parti "liscio" non c'è che l'imbarazzo della scelta e può essere un'occasione per scoprire la cucina bergamasca. In particolare vi consiglio i "casoncelli", come primo piatto.

Una menzione a parte va ad Ulisse Fest, una kermesse dedicata al viaggio, con ospiti di livello internazionale, i quali hanno raccontato cosa per essi rappresentasse il viaggiare.

A conclusione di questo weekend torno dalla città di Bergamo con un alto tasso di soddisfazione e consiglio a tutti coloro che non la conoscono, di colmare questa lacuna.




domenica 11 giugno 2017

Roma, uguale ma sempre diversa

Roma, hai questo di magico e solo chi ci vive tutti i giorni, confrontandosi con la vita caotica e frenetica, può comprendere il tuo fascino: sei la stessa da millenni, eppure ogni volta sembri sempre diversa.
Per capire questo tuo segreto, per entrare nella tua intima bellezza, per appropriarci di te, dobbiamo essere noi a fare uno sforzo piacevole: lasciarci andare, rallentare il ritmo, svuotare la mente, entrare quasi in uno stato ipnotico, onirico, tornare ad essere bambini curiosi.....
Ed ecco che uno dei mille motivi che questa città ti offre per uscire dai soliti schemi, si può trasfornare in una di quelle occasioni in cui torni ad essere il bambino che si sorprende ancora.
Una mia carissima amica mi invita alla presentazione del suo libro che terrà in via Margutta, la via degli artisti, il luogo caro a Federico Fellini e al suo grande amore.
Sono le 6 del pomeriggio, l'evento si tiene alle sette. Scendo dalla metro al Colosseo, deciso a proseguire con uno dei tanti bus che arrivano in zona Piazza del Popolo.
Di fronte il Colosseo, di lato i Fori Imperiali, intorno a me centinaia di persone che si stanno abbeverando all'unica fontana disponibile. Ma perché prendere l'autobus?

M'incammino lungo i Fori e superato il primo tratto, dove da anni ci sono i lavori della futura metro C, arrivo al cospetto della storia, il Foro Romano: sono secoli che quelle statue, quei templi, quelle colonne, quelle strade lastricate sono lì, eppure quando il sole sta calando, ti danno una sensazione di serenità, oltretutto rafforzata da una piccola band che suona, degli improvvisati ballerini si dilettano nelle danze.
Si procede e si arriva nel caos di Piazza Venezia, una grande rotonda e ci vorrebbe l'Albertone del "Vigile" per ripristinare l'ordine (e pensare che fino a non molto tempo fa c'era veramente un vigile sulla pedana a regolare il traffico). Per evitare la ressa del Corso, entro su Piazza Santi Apostoli, un'oasi di pace e tranquillità, dove la bella chiesa si contrappone al fasto del Palazzo Odescalchi.
Pochi metri ed ecco una di quelle sorprese che ti riserva Roma. 
Una piazzetta e una Chiesa dove per distrazione, perché andavo di corsa, perché era chiusa, non avevo mai visitato. Questa volta entro e un tripudio di pareti e tetto affrescato catturano la mia attenzione. Non c'è nessuno in chiesa, solo 4 suore che stanno cantando le preghiere. Un momento di misticismo.
Esco e di fronte, prima di varcare un cortile bellissimo che ti introduce verso Fontana di Trevi, vedo quella porticina che mi fa tornare indietro di quasi 40 anni, quando studente la varcavo, alla fine degli spettacoli che si tenevano al Teatro Quirino per omaggiare gli interpreti.
Esco e mi fermo da "Baccano" uno dei tanti bar che hanno rivoluzionato negli ultimi anni il concept dei bar romani, portandoli a livelli più internazionali. Entro, ancora poche persone, musica lounge in sottofondo, mi rilasso bevendo un buon succo di frutta.
Si riparte e non posso non andare a rendere omaggio a lei, la fontana che incarna la bellezza, la sensualità e come tutte le donne belle e sensuali, non riesci a non guardarla, ad ammirarla, eppure l'ho vista tante volte.....

Attraverso il Tritone sempre pieno di auto, di autobus e di pedoni, passo davanti alla sede del PD, dove ci sono drappelli di giornalisti, per arrivare a Piazza di Spagna. Quante volte avrò fotografato la scalinata? eppure eccomi di nuovo a fotografarla come se se fosse la prima volta che sto al suo cospetto.
Sul piazzale oltre alle boutique griffate, trovi il parcheggio delle "botticelle" le carrozze trainate da cavalli che portano i turisti in giro per Roma. Una musica e una voce catturano la mia attenzione: un'artista di strada è lì ad esprimere il suo talento.
Arrivo in via Margutta ed è come entrare in un mondo tutto suo, fatto di edere, di terrazze, di finestre, di piccoli atelier, tutto molto soft.
Finito l'evento decido con una mia amica di andare al Vittoriano, dove si apre la stagione del Jazz in Terrazza. Ripercorriamo il percorso che già avevo fatto ma il venticello aiuta la camminata.
Arriviamo di nuovo al Foro Romano e la luna piena ci offre uno spettacolo ineguagliabile, andando a manifestare tutta la sua bellezza tra le colonne dell'antica Roma. Mi viene un groppo alla gola, tanto è intenso quello spettacolo.
Saliamo sulla terrazza del Vittoriano. Non si può accedere al concerto per l'alta affluenza (che aumenta quando è gratis) ma l'impossibiltà viene compensata dallo spettacolo che appare ai nostri occhi: i tetti, le strade di Roma viste dall'alto in una serata di luna piena, il Cupolone che sembra librarsi in cielo.
Vorremmo rimanere lì in contemplazione....
Scendiamo le scale, passando davanti alla Tomba del Milite Ignoto, e ai due soldati di picchetto, rigidi nella loro immobilità.
Ritorniamo su Piazza Santi Apostoli per fermarci all'Antica Birreria Peroni, un tempio della birra a Roma, un luogo che appartiene alla storia di questa città.
Entri, ti siedi e sembra che i camerieri ti conoscano da una vita!
Terminato di cenare, ci avviamo verso il parcheggio ma ancora la passeggiata ci riserverà delle sorprese: Fontana di Trevi vista prima di giorno, adesso vista di notte tutta illuminata e anche il viso delle persone si illumina al suo cospetto;

 Piazza di Spagna, dove ora canta un'altra artista di strada, Via del Corso, finalmente libera dal caos e infine Piazza del Popolo, libera e lo sguardo mi va al Bolognese, famoso ristorante: donne belle ed avvenenti, uomini stile businessman, auto di grossa cilindrata.
Sembrerebbe che sia finita ma per festeggiare una bella, ricca passeggiata iniziata alle 6 del pomeriggio e conclusa quasi alla mezzanotte, dal Tevere arrivano musiche degli anni 70, da un barcone ormeggiato dove la gente cena e si diverte,

Roma sei sempre la stessa eppure mi sembi sempre diversa.

Santo David