domenica 17 marzo 2019

La grande bellezza di Roma al calar del sole




Se mi chiedessero quale sia il momento più bello per apprezzare tutto il fascino che emana la città, avrei difficoltà a dare la risposta.
Questa è una città che non conosce interruzioni.
Riesce ad ammaliarti e sedurti a qualsiasi ora, anche quando le strade fossero invase di persone e di auto, perché, comunque, anche nel caos, ti dona spazi per isolarti e per ritrovare te stesso.
Quello che voglio raccontare in questo articolo è il susseguirsi di emozioni che ho provato l'altra sera, complice una serata limpida con un cielo così pulito e terso da sembrare una tavolozza, pronta a ricevere le pennellate di un artista.
Dovevo raggiungere uno dei tanti alberghi "glamour" che ultimamente sono stati aperti in questa città, spesso con ristrutturazioni di palazzi storici o di edifici dismessi.
Mi riferisco all'Hotel The First Roma, categoria 5 stelle, ubicato in pieno centro storico a due passi da Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Via del Corso, dove si teneva un evento.
Ubicato in un palazzo nobiliare, l'hotel si presenta come un lussuoso albergo, conservando però nelle sue linee eleganti, l'aspetto di una casa aristocratica, accogliente e confortevole.
Erano circa le sette di sera e ho imboccato via Sistina, dirigendomi verso Trinità dei Monti, da dove sarei sceso verso via del Babuino.
Via Crispi, Via Sistina, con un'atmosfera molto rilassata, mi stavano già predisponendo a quello che mi attendeva.

Arrivato sulla terrazza che sovrasta la scalinata, che tutto il mondo ammira e ci invidia, sono stato anche io colto da un raptus estatico.
C'era un silenzio quasi surreale, sembrava quasi che tutte le persone presenti lì, in quel momento, avessero rispetto dello spettacolo che si stava presentando davanti ai nostri occhi.
Osservare un tramonto ha sempre qualcosa di affascinante e ho avuto la fortuna di veder calar il sole in tanti posti di questo nostro mondo, eppure il cielo di Roma assumeva l'altra sera un aspetto che oserei quasi definire onirico.
Era come se un pittore stesse immortalando quel momento e in quel quadro ci stava il colore del cielo, le sagome dei tetti e delle tante cupole delle tante chiese, ci stava dentro l'immagine delle terrazze romane, ma soprattutto a dominare la scena ci stava la Cupola più famosa del mondo.
Ci mancava soltanto che in sottofondo si ascoltasse la voce di Antonello Venditti: "quanto sei bella Roma quando si fa sera....... e le coppiette se ne vanno via..."
Le coppiette non erano andate via, anzi erano lì, mano nella mano, ad ammirare quel tramonto e quale migliore scenario per guardarsi negli occhi, per baciarsi, per dirsi di nuovo "ti amo".
Guardavo tutti quei turisti che erano lì estasiati e che cercavano come me, in quel momento anche io turista, di fissare quelle immagini su uno dei tanti dispositivi che oggi ci permettono di condividere un momento anche se a volte rischiamo di distrarci dalla bellezza del momento che stiamo vivendo.
Ho disceso le scale, volgendo lo sguardo a destra, a sinistra e poi di nuovo in alto, finché arrivato in prossimità della Barcaccia (la stupenda fontana del Bernini) ho rivolto lo sguardo in alto, 
Avevo il desiderio di godermi quello spettacolo in tutte le sue prospettive.


Anche l'evento che si è svolto presso la Terrazza Aquaroof Molinari, ha regalato a tutti i convenuti uno scenario impareggiabile.

Una location da non perdere.








Terminata la serata, sono uscito dall'albergo e c'era un'atmosfera fatta di un silenzio non sempre così abituale in quelle vie a ridosso di Via del Corso.
Mi sono  incamminato verso Via del Babuino, ho attraversato la strada e sono entrato in Via Margutta.

Già di per sé questa stupenda via non è mai caotica, si respira in essa un'aria tranquilla e rilassante.

Io l'ho percorsa in totale solitudine, sembrava che per quella sera io dovessi essere l'ospite d'onore.
E' stata una passeggiata che ricorderò sempre per la sensazione di pace e di serenità che ho respirato, camminando e ammirando quei palazzi, quelle finestre, quelle terrazze, quelle gallerie di artisti.
A farmi compagnia il miagolio di un gatto che arrivava chissà da quale casa e lo zampillio dell'acqua della fontana che si trova a metà della via.
Uscito da Via Margutta, le emozioni di quella serata non erano ancora terminate.
Dovevo riprendere la metropolitana in Piazza di Spagna e non potevo andarmene via senza rivolgere di nuovo uno sguardo rispettoso e di ammirazione allo scenario della piazza, in quel momento così silenziosa, libera delle tante persone che durante il giorno la riempiono e attraversano.

Mi sono rifermato per circa dieci minuti davanti a quella scalinata e come quando devi lasciare la donna che ami e non vorresti che non arrivasse mai quel momento, anche io mi sono dovuto far forza per andare via.
So che però quella scalinata, quella piazza, quella terrazza sono lì da anni e continueranno ad esserci per chissà quanti anni e ancora faranno innamorare tante, tante persone.



Da Santo ad una delle piazze più belle del mondo




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